pedalo come una forsennata in mezzo al traffico. pedalo come un’indemoniata, alterno i ritmi sui pedali. che nasty non ha le marce e quindi posso pure alternare ma senza molto risultato. mi alzo sui pedali lungo il pavé, evito le buche, le rotaie del tram, batto le mani mentre ascolto i scissor sisters.
torno a casa, isso la bici fino a camera mia, poi mi ricordo che tanto devo uscire ancora. iniziano le dimenticanze, perché stasera ho dimenticato di dire a marco una cosa importante, ho dimenticato il cellulare a casa, ho dimenticato i mezzi guanti e fa fresco.
e mentre faccio per la quarta volta di seguito (uno dei miei giochi ciclici preferiti) la rotonda di via canonica mi accorgo che non so dove portarti e così ci penso e mi dimentico poi di girare a destra e proseguo dritta per un chilometro. quando me ne accorgo, faccio inversione e ritorno verso casa di ale e ele. pavé binari pavé buca buca binari. tutta dritta, tutta dritta, tutta sui pedali. e penso che sia un po’ una penitenza perché non sono molto presente, molto presente a me stessa, molto. sono inavvertita.
poi mangio troppo e mi dimentico della dieta. e alla fine, riprendo la bici e torno a casa con molti pezzi in contromano e sento il peso della dinamo sulla ruota anteriore, che sta perdendo tono, il peso del cibo, dei pensieri e faccio una lista delle cose che avrei potuto fare e che non ho fatto: quando esaurisco le dita delle mani e dei piedi per contarle, e inizio a tenere il loro ritmo con il ritmo dei pedali, smetto di farlo.
e arrivo a casa, stanca, confusa, sudata, sporca, felice, sazia, piena di sorrisi negli occhi, candele profumate, una casa bellissima, tante botte di pavé, tutti i semafori rossi, e mi accorgo di aver dimenticato da ale e da ele l’agenda.
ok, sono un disastro: che ce vò? un po’ di pazienza, ce vò.
i can’t explain, you would not understand.
this is not how i am.
i have become comfortably numb.